La sentenza è finalmente arrivata e probabilmente creerà un vero e proprio caso giurisprudenziale a cui potranno attingere anche tanti altri crac bancari verificatisi durante gli ultimi anni. Stiamo parlando della sentenza di primo grado che è stata emessa da parte del Tribunale dell’Aquila, che aveva fatto partire un’azione di responsabilità nei confronti di due ex banchieri della Cassa di Risparmio di Teramo.
Il motivo di tanto clamore non è solamente dato dal fatto che il risarcimento prevede delle cifre veramente da record, che vanno ben oltre i 360 milioni di euro. Infatti, è la prima causa civile che riguarda degli ex banchieri, iniziata tramite un’azione del genere, che ha finalmente visto una “luce†in fondo al tunnel processuale. Una buona notizia probabilmente anche in merito a tutti gli altri crac bancari degli ultimi anni.
Ad ogni modo, se la stanno vedendo certamente molto brutta Antonio Di Matteo e Claudio Di Gennaro, che sono stati condannati da parte del Tribunale dell’Aquila al pagamento di qualcosa come circa 368 milioni di euro, comprensivi di 192 milioni dovuti dal primo e di circa 172 milioni di euro dovuti dal secondo.
Le irregolarità che sono state commesse da parte dei due ex amministratori della Cassa di Risparmio di Teramo sono stati messi ben in evidenza da parte dei giudici del Tribunale dell’Aquila, che non hanno ovviamente mancato di esaminare le numerose e negligenti operazioni di cui sono stati protagonisti negli anni della loro gestione Di Gennaro e Di Matteo.
Una serie di decisioni che ha portato la Tercas in una evidente e profonda crisi, salvata solamente all’acquisizione da parte della Banca Popolare di Bari nel 2013. E tale mossa ha pesato e non poco sul bilancio dell’istituto pugliese, che non ci ha pensato un attimo ad avviare un’azione di responsabilità che in primo grado ha incastrato i due ex banchieri.