Negli ultimi giorni la quotazione del petrolio ha ripreso a salire, superando la quota dei 60$, cifra che non toccava dal novembre 2008.
Il rialzo del prezzo del petrolio è legato soprattutto ai dati emanati dal governo americano per quanto riguarda il deficit nazionale (27.58 miliardi di dollari).
Nel mese scorso gli USA hanno importato petrolio per 11.98 miliardi di dollari (41.36$ al barile) contro i 10 miliardi del mese di marzo a 39.22$ al barile.
Da otto mesi a questa parte è il picco più alto di rialzo del petrolio, ricordiamo che l’anno scorso a luglio in America si era importato oro nero per il valore di 124.66 miliardi, 147 dollari al barile.
L’Aie (Agenzia Internazionale per l’energia) fa sapere come sia vista in calo la produzione di petrolio per i prossimi mesi, -1.7 milioni di barili al giorno.
Venendo al nostro paese, Eni sugli indici finanziari è in crescita dell‘1.83% a 17.18€ dopo l’accordo siglato con l’Egitto. Questa intesa, firmata da Paolo Scaroni (a.d. Eni) e il ministro del Petrolio egiziano Amin Sameh Samir Fahmy, permetterà alle due parti di avviare delle collaborazioni fra i paesi al fine di sviluppare gli idrocarburi e di far partire iniziative nel campo della formazione.
L’accordo prevede inoltre fino al 2030 la concessione del giacimento di Belayim nel Golfo di Suez, di cui Eni è operatore con quota del 100%.
Eni con questo accordo promette un impegno di 1.5 miliardi di investimenti nella ricerca e nello sviluppo degli idrocarburi per i prossimi 5 anni.