Rio Tinto ha chiuso il primo trimestre dell'anno con pesantissimo calo di utili, in flessione del 65% a 2,45 miliardi di dollari contro i 6,95 miliardi..
Su base pro-forma, invece, c’è stata una flessione del 54% a 2,57 miliardi di dollari, contro i 5,53 del 2008. Per quanto riguarda il fatturato è stato registrato un calo del 31% a 18,85 miliardi di dollari, contro i 27,19 del primo trimestre del 2008.
Risultati deludenti anche in relazione al giro d’affari che è sceso del 30,7% a 18,85 miliardi mentre l’indebitamento è sceso di ben 14,8 miliardi di dollari attestandosi a 39,1 miliardi.
Si tratta di risultati negativi che il gruppo ha in larga parte ricollegato ad una forte riduzione della domanda di alluminio, oltre che al massiccio calo dei prezzi delle materie prime rispetto ai livelli toccati nella prima metà dello scorso anno.
Nonostante questi dati negativi gli analisti hanno espresso parere positivo in merito alla situazione di Rio Tinto. Secondo gli analisti, infatti, per il colosso minerario anglo-australiano il peggio è ormai alle spalle.
Dello stesso parere anche l’Amministratore delegato di di Rio Tinto, Sam Walsh, il quale ha spiegato che la società non è affatto preoccupata, soprattutto perchè nell’arco dei prossimi due anni non ha in scadenza quote significative di debito. Inoltre, nonostante la vicenda di alcuni dipendenti di Shanghai arrestati per aver violato segreti commerciali e di corruzione, le spedizioni verso la Cina proseguono regolarmente.
Il gruppo ha fatto sapere che intende reintrodurre i dividendi e pagare per il 2009 almeno quanto corrisposto nel 2008, dando così un segnale di fiducia al mercato, oltre a prevedere per il 2009 investimenti pari a 5 miliardi di dollari.
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