Qualche mese fà BHP Billiton, la più grande compagnia mineraria del mondo, aveva reso noto di aver abbandonato l'offerta formulata per acquisire Rio Tinto..
Poche ore fà , infatti, Rio Tinto ha annullato l’accordo da 19,5 miliardi di dollari con la compagnia cinese Chinalco, optando per un’emissione di azioni da 15,2 miliardi di dollari e una joint venture sulla produzione con Bhp Billiton.
La rottura dell’accordo è stata causata soprattutto dalla volontà di impedire un dominio della Cina sul mercato e, più precisamente, per evitare l’ingresso di un’impresa sostenuta da uno Stato straniero in una società , come quella australiana, che gestisce le risorse naturali del paese.
In ogni caso l’annullamento dell’accordo costerà caro a Rio Tinto che dovrà sborsare una penale piuttosto salata. Per far fronte a questo la società offrirà ai suoi azionisti la possibilità di acquistare nuove azioni a condizioni agevolate. Agli investitori, infatti, verranno offerte 21 nuove azioni per ogni 40 che già detengono a 28,29 dollari australiani ciascuna.
Alla rottura dell’accordo con Chinalco ha contribuito inevitabilmente anche l’intesa raggiunta con BHP Billiton. Rio Tinto, infatti, ha annunciato di essere giunta ad un accordo sulla produzione congiunta con con la rivale BHP Billiton, accordo che comprende tutti gli asset di estrazione del ferro nell’Ovest dell’Australia e che consentirà ad entrambe le compagnie un grande risparmio.
Le due compagnie, inoltre, hanno firmato un accordo per una joint venture che copre le attività presenti e future di estrazione del ferro.
L’accordo tra le due società era fortemente temuto da Chinalco che si è trovata improvvisamente esclusa da alleanze e collaborazioni e che d’ora in avanti dovrà prestare molta attenzione.
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