A preoccupare il mercato non sono solo le possibili conseguenze della crisi in Egitto sulle quotazioni di Piazza Affari ma anche le possibile..
Alcuni analisti, infatti, ritengono che nel caso in cui la crisi in Egitto dovesse proseguire anche nel corso dei prossimi mesi, il prezzo del greggio potrebbe addirittura arrivare a superare i 100 dollari al barile. Previsioni più allarmanti arrivano dal Venezuela, secondo cui il prezzo potrebbe salire a 200 dollari al barile nel caso in cui il canale di Suez dovesse chiudere.
Questa mattina i futures sul Brent per consegna marzo hanno registrato un incremento di 97 centesimi a quota 100,80 dollari, dopo aver toccato quota lo scorso 3 febbraio a 103,37 dollari, il livello più alto da settembre 2008. Nel frattempo l’Iran, paese che al momento riveste la carica di presidente dell’Opec, ha fatto sapere che non ha intenzione di convocare una riunione di emergenza di cartello neanche nel caso in cui il prezzo del petrolio dovesse arrivare a superare i 120 dollari.
In Europa allo Stoxx il settore petrolifero registra un incremento dell’1%, mentre a Piazza i titoli petroliferi registrano un leggero rialzo. In tarda mattinata Eni segna un incremento dello 0,94% a 18,3 euro, Saipem sale dello 0,88% a 37,8 euro e Tenaris registra una crescita dello 0,35% a 17,14 euro.