La piena del Mississippi che ha spinto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a proclamare lo stato di calamità per le aree del Tennessee...
La piena del fiume, infatti, non solo ha lasciato senza casa migliaia di persone e minaccia altri danni a New Orleans, dove si sta spingendo nel corso delle ultime ore, ma rischia di causare seri danni a a 10 raffinerie di petrolio che si trovano in Louisiana, le stesse che coprono per il 14% circa l’intera produzione di petrolio degli Stati Uniti.
Le dieci raffinerie di petrolio minacciate dalla piena del Mississippi si trovano infatti proprio lungo la sponda del fiume, dal Tennessee al Golfo del Messico. Tra queste figura l’impianto Exxon di Baton Roug, ossia il secondo per dimensione in tutti Stati Uniti.
I timori per l’inondazione del fiume hanno spinto al rialzo anche il valore dei future sul greggio con scadenza a giugno, che a New York hanno chiuso la seduta a 103,88 dollari al barile, ovvero in rialzo di 1,33 dollari (+1,3%) rispetto alla chiusura di ieri.
Nel frattempo le autorità statunitensi stanno cercando di arginare i danni provocati dalla piena del fiume mediante la creazione di dighe che consentiranno di abbassare la pressione su New Orleans, città che nel 2005 fu letteralmente devastata dall’uragano Katrina. L’esondazione, ricordiamo, ha anche provocato ingenti danni ancora non quantificati all’agricoltura.