Qual è l’impatto di un possibile intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria sui prezzi del petrolio? I venti di guerra accentuano le tensioni  e l’ipotesi di attacco alla Seria fa impennare i prezzi dell’oro nero. I mercati azionari, già particolarmente nervosi, hanno fatto registrare un sensibile crollo, affondando pesantemente sull’incertezza e la preoccupazione delle questioni geopolitiche e macroeconomiche (come i piani della Federal Reserve circa il “tapering” del quantitative easing, il programma di timolo da 85 miliardi di dollari al mese).Le borse europee sono scese del 3 per cento, mentre i principali indici a Londra e New York, hanno lasciato sul terreno circa l’1 per cento. L’indice Nasdaq ha perso oltre il 2 per cento. La prospettiva di un intervento armato in Siria – scenario sempre più probabile – ha impresso una brusca accelerazione ai prezzi del petrolio: il Brent è infatti balzato ai massimi di sei mesi, attestandosi a 114,36 dollari al barile.
Anche l’oro è salito bruscamente, insieme ai titoli di Stato di Stati Uniti, Regno Unito e Germania che, ritenuti un rifugio sicuro e nel più classico degli scenari pre-conflitto armato, hanno attirato una grande quantità di investimenti. I disordini in Medio Oriente – area da cui proviene un terzo dell’offerta di greggio mondiale -  e i timori di una maggiore volatilità si traducono in un serio rischio al rialzo per l’oro nero, mentre le eventuali e prolungate interruzioni di fornitura dai gasdotti potrebbero di spingere i prezzi del petrolio ai massimi registrati quest’anno, a quota $ 119.
Secondo gli strateghi di mercato la situazione siriana sta esacerbando la fuga degli investitori dai mercati emergenti. La rupia indiana – l’India  importa quasi il 80 per cento del suo petrolio - è caduta ad un altro minimo storico, con gli investitori ora preoccupati che l’aumento del prezzo del petrolio in Siria possa tradursi in un disavanzo delle partite correnti.
Questo è un momento difficile per gli investitori e gli analisti. I prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 15 per cento dai minimi toccati nel mese di aprile e oltre al rischio geopolitico, potrebbero intervenire altri fattori (ad esempio la stagione degli uragani negli Stati Uniti le pressioni sulle forniture di petrolio che potrebbero mantenere i prezzi del petrolio a livelli elevati). Una ulteriore impennata dei prezzi del petrolio potrebbe aggravare le difficoltà economiche dell’Asia in un momento in cui i mercati emergenti della regione stanno focalizzando la propria attenzione Oltreoceano, preoccupati per gli sviluppi del programma di stimolo monetario degli Stati Uniti.