Resta fondamentale il supporto chiave a 75 dollari al barile.
Come sempre a modificare il prezzo del greggio ci sono i dati sulle scorte Usa, che sono stati resi noti proprio nei giorni scorsi: il Dipartimento dell’Energia americano ha comunicato che le riserve di greggio sono aumentate di 3,7 milioni di barili, contro gli 1,2 stimati.
Crescono anche gli stock di benzine di 3,8 milioni, così come le scorte di distillati (+1,4 milioni). La causa del rallentamento del petrolio è data dall’attesa che si era venuta a creare per la decisione della Commodity Futures Trading Commission, la quale doveva annunciare qualche modifica sul New York Mercantile Exchange (Nymex), per evitare le speculazioni. Comunque i limiti introdotti sono piuttosto leggeri, con un limite massimo di contratti che una singola società può avere.
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Nel frattempo l’Agenzia internazionale dell’Energia ha confermato le previsioni della domanda mondiale di petrolio, fissata a +1,7% nel 2010, dovuta soprattutto all’aumento della domanda dei paesi non Ocse.
In Europa e negli Usa la domanda rimarrà abbastanza debole, con dati che però dovrebbero stabilizzarsi sui numeri precedenti alla contrazione del 2009.
Resta fondamentale il supporto chiave a 75 dollari al barile, sotto il quale potremmo assistere ad un’inversione del trend.