Non ci sono stati colpi di scena nella riunione di ieri dei consigli di amministrazione di Impregilo e Salini Costruzioni. I board dei due gruppi hanno approvato la fusione
Non ci sono stati colpi di scena nella riunione di ieri dei consigli di amministrazione di Impregilo e Salini Costruzioni. I board dei due gruppi hanno approvato la fusione tra il general contractor milanese e la società di costruzioni romana guidata dal patron Pietro Salini, che da qualche tempo ha conquistato la maggioranza di Impregilo. I cda hanno dato l’ok all’operazione di fusione, che prevede il concambio di 6,45 azioni Impregilo per ogni azione Salini. Dopo la fusione, il gruppo capitolino avrà una quota dell’89,95% nella nuova Salini Impregilo Spa.
I due consigli di amministrazione hanno anche approvato il nuovo piano industriale al 2016 della Salini Impregilo Spa, aspettandosi ricavi consolidati da qui a tre anni per un ammontare intorno a 7,4 miliardi di euro. L’ebitda viene stimato a un miliardo di euro, quando invece il dato proforma era di appena 274 milioni di euro. La posizione finanziaria netta sarà positiva per 300 milioni di euro.
â–º IMPREGILO +20% IN BORSA DOPO MAXI-ORDINE DAL QATAR
A circa un anno di distanza dall’assemblea che portò Pietro Salini alla guida del general contractor, il progetto del “campione nazionale†del settore costruzioni è ormai in dirittura d’arrivo. Nel frattempo in borsa prosegue il calo delle azioni Impregilo, che ieri hanno chiuso con una perdita del 4,93% a 2,66 euro.
► OPA IMPREGILO E’ COSTATA 420 MILIONI A SALINI
Il valore del titolo è sceso fino a toccare il livello più basso da inizio maggio scorso. Dopo aver toccato il massimo più alto da luglio 2007 a 3,586 euro, lo scorso 20 maggio, le azioni Impregilo hanno innescato la retromarcia. Nell’ultimo mese il titolo ha perso il 20% del proprio valore di borsa.