L'accusa proviene da Kering.
Una vera e propria guerra tra colossi mondiali. Si tratta di contraffazione? Non proprio.
La vicenda che coinvolge Alibaba è molto più seria, soprattutto per i nomi coinvolti. Per un contenzioso legale che potrebbe trascinarsi ad libitum, fare molto rumore e incidere non pochi nei rapporti economici tra la Cina e l’Occidente.
Di cosa si tratta? Un gruppo di produttori di beni di lusso, per lo più legati al mondo della moda, che fanno capo a Kering, la società fondata dall’imprenditore francese Francois Pinault, che gestisce tra gli altri Gucci e Yves Saint Laurent, ha promosso una causa legale nei confronti di Alibaba, il numero uno al mondo del commercio on line in ternine di cifre movimentate. L’azione legale è stata presentata alla corte federale di Manhattan, in quanto Alibaba dall’anno scorso è quotato sul listino di Wall Street.
L’accusa è quella di permettere la vendita, attraverso la propria piattaforma, di prodotti contraffatti. Kering chiede, ovviamente, un risarcimento per i danni subiti dal colosso online fondato da Jack Ma. L’imprenditore, se dovessero essere provate le accuse – secondo quanto riportano alcuni media Usa – rischia anche una condanna penale per violazione sia delle leggi sul commercio e sia per attività di criminalità organizzata.
Alibaba non ci sta e si prepara a difendersi. Un portavoce della società asiatica ha fatto sapere come il gruppo continui a collaborare con numerosi “marchi” per aiutarli a proteggere i loro diritti secondo le norme che disciplinano la proprietà intellettuale. “Abbiamo alle spalle una forte storia che dimostra le nostre intenzioni e la nostra storia. Sfortunatamente, il gruppo Kering ha scelto la strada di una dispendiosa azione legale invece di una cooperazione costruttiva. Crediamo che tale denuncia non abbia alcun fondamento e la contrasteremo con forza”.