Nel corso dell'incontro con governo e sindacati tenutosi a Palazzo Chigi l'amministratore delegato Fiat Sergio marchionne ha illustrato..
Per raggiungere questi numeri Sergio Marchionne si è detto pronto ad un importante investimento nei prossimi due anni, si parla di una cifra che si aggira intorno agli 8 miliardi di euro.
Nel corso dell’incontro Sergio Marchionne ha confermato la produzione per gli stabilimenti di Mirafiori e Melfi, per quanto riguarda Pomigliano d’Arco l’amministratore delegato ha spiegato che l’impianto subirà una profonda ristrutturazione affinchè possa ricevere le linee della Panda mentre alla ex-Bertone arriveranno due modelli di derivazione Chrysler. Un’operazione quella di Pomigliano D’Arco che sebbene eviterà la chiusura dell’impianto costerà centinaia e centinaia di milioni di euro e comporterà un ulteriore periodo di inattività per i lavoratori.
Marchionne ha confermato la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese alla fine del 2011 spiegando che si tratta di una decisione inevitabile alla luce del fatto che l’unico modo per rendere competitivo questo stabilimento sarebbe “spostare la Sicilia”. Nessun ripensamento dunque, anzi, le parole di Marchionne hanno espresso una determinazione tale da far intendere che proteste e sindacati non faranno cambiare idea. Marchionne si è però detto disponibile a mettere a disposizione lo stabilimento siciliano nel caso in cui venissero avanzati dei progetti seri e concreti. A riguardo nei giorni scorsi sono iniziate a circolare delle indiscrezioni parlavano di un interessamento di Tata all’acquisto dello stabilimento, in ogni caso si tratta però di voci non confermate ufficialmente.
Marchionne ha poi ribadito quanto sia importante per il mercato dell’auto, per Fiat e per l’intera economia il rinnovo degli incentivi statali senza i quali secondo l’amministratore delegato si rischia di scendere ad una soglia di 1.700.000 nel 2010.
Il numero uno di Fiat, infine, ha tenuto a precisare che il Lingotto non è affatto sussidiato dallo Stato e che ammonta a circa 800 milioni il credito fiscale vantato nei confronti dell’Erario.
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