A giugno, in base ai dati Fenabrave, sono state immatricolate 205mila vetture, un calo del 18% rispetto allo stesso mese 2014 che porta a -20% il bilancio da inizio 2015.
Per una buona notizia che arriva, una cattiva notizia alle porte. Entrambe sul fronte dei mercati di tutto il mondo. Sembra quasi essere una legge non – scritta. Speculazioni filosofiche a parte, qualcosa disturba il sonno di Sergio Marchionne all’indomani degli ottimi risultati provenienti dagli States.
A Fca non bastano infatti i ritmi di crescita da capogiro negli Stati Uniti, dove indiscrezioni riprese da Bloomberg nei giorni scorsi dicono che a giugno avrebbe superato in vendite al retail addirittura la Ford, e il sensibile miglioramento del mercato in Europa. Il Brasile pesa su Fiat Chrysler e ne affossa le quotazioni in Borsa (il titolo Fca).
Se ieri i dati di vendita in Usa e Italia avevano inizialmente supportato le quotazioni, poi penalizzate dall’inversione di marcia dei listini, la diffusione delle immatricolazioni sul mercato brasiliano riporta le Fca ai valori di due mesi fa. Il titolo è oggi il peggiore del Ftse Mib, che nel complesso oscilla intorno alla pari, e tratta ai livelli segnati in chiusura lo scorso 6 maggio.
A giugno, secondo i dati Fenabrave, sono state immatricolate 205mila vetture, un calo del 18% rispetto allo stesso mese 2014 che porta a -20% il bilancio da inizio 2015. Per il gruppo italo-americano, la contrazione è del 28% per giugno (37mila le vendite) e 31% da inizio anno. Banca Akros stima che complessivamente nel secondo trimestre Fca abbia venduto a livello globale 1,24 milioni di veicoli (+1% circa anno su anno) e che, soprattutto le performance in Brasile, renda più difficile centrare i target di vendita annua del gruppo (indicati tra 4,8 e 5 milioni di veicoli) quantomeno con riferimento alla parte alta del range.