Le sorti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sono ancora incerte, dopo che Sergio Marchionne ha escluso ogni possibile ripensamento..
Dopo circa due giorni dalla smentita inizia a farsi largo un’altra ipotesi che prevede il salvataggio dello stabilimento, a mettere gli occhi su Termini Imerese questa volta è una cordata guidata da un imprenditore milanese di orgini siciliane, Simone Cimino.
L’idea di Cimino è quella di convertire lo stabilimento Fiat di Termini Imerese in un impianto destinato alla produzione di piccole auto ecologiche da impiegare in luoghi ad alta sensibilità ambientale o in posti turistici.
La notizia questa volta è stata diffusa dal quotidiano Milano Finanza il quale commenta affermando che si tratta di un’ipotesi questa che è vista di buon occhio da Palazzo Chigi, nonchè dai vertici della regione Sicilia interessati soprattutto al salvataggio di questo impianto che è senza dubbio di vitale importanza soprattutto in termini di occupazione per gli abitanti dell’isola.
L’obiettivo di Cimino è quello di riuscire a raccogliere 100 milioni di capitale da imprenditori e dal Cape regione Siciliana, da cui si spera di ottenere almeno 10 milioni. Per cercare di raccimolare la restante somma Cimino ha in mente di coinvolgere sia i sottoscrittori del fondo Cape regione Sicilia sia alcuni imprenditori, tra quelli già contattati troviamo Gianni Lettieri, presidente e amministratore delegato di Meridie, società specializzata in investimenti al Sud.
Altri fondi potrebbero poi arrivare da partner industriali stranieri che forniranno i motori di cui saranno dotate le auto assemblate nello stabilimento di Termini Imerese.