L'economia USA è in calo, in maniera più grande di quel che potrebbe sembrare da una prima occhiata...
Sul mercato del lavoro, c’è stata la perdita di 84.000 posti di lavoro, facendo registrare il massimo tasso di disoccupazione dal settembre 2003.
Fino ad oggi, questi dati sono ancora superficiali. Si tratta di vedere se è veramente così o se si tratta solo della punta di un iceberg molto più grande.
Se da un lato, infatti, il dato sulla disoccupazione statunitense è molto grande, dall’altro il PIL del secondo trimestre è alquanto positivo, registrando infatti un aumento del 3.3%, contro l’1.9% stimato dal trimestre precedente.
Un dato negativo, però, è che il reddito interno lordo (RIL) della nazione è il prodotto interno lordo analizzato dal lato dei redditi, e non da quello della spesa. Nello stesso trimestre, il RIL è cresciuto dell’1.9%, contro il 3.3% del PIL. Questo significa che i redditi da lavoro sono sempre pià influenzati negativamente dalla disoccupazione sempre maggiore, simbolo comunque di recessione.
Inoltre non dimentichiamo la crisi del mercato immobiliare americano, i cui prezzi sono in brusco calo mettendo in ginocchio centinaia di imprenditori americani.
La situazione negativa è anche visibile dal fatto che la Freddie Mac e la Fannie Mae, due agenzia governative, hanno avuto un periodo molto negativo, tanto che l’intera amministrazione Bush ha lavorato per non lasciarle fallire, a causa del problema insolvenze sui mutui che ha messo in ginocchio la nazione.
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Gijino