Il dollaro Americano ha chiuso la giornata di ieri in ribasso rispetto a molte valute sebbene il governo Americano..
Ci si sarebbe dovuti aspettare un rafforzamento del biglietto verde ma ció non é avvenuto perché le modalita di attuazione di questo piano non sono tali da garantire un rendimento sicuro dall’acquisto di azioni di enti finanziari. Il principale motivo di questa operazione é quello di garantire liquidita alle istituzioni finanziarie e aumentare la fiducia del pubblico nei confronti delle banche e cosi evitare la corsa al prelievo dei propri soldi dalle banche.
In genere il dollaro, come lo Yen, ha la tendenza a raffozarsi nei periodi in cui aumenta l’avversione al rischio sui mercati. Tende invece a scendere quando gli investitori aumentano la loro propensione al rischio. Negli ultimi due giorni I mercati hanno mostrato di iniziarsi a stabilizzare anche se la volatilitá in alcuni casi rimane ancora elevata e ció é un segnale di come non tutte le azioni intraprese hanno alleviato I timori degli Investitori.
Nella giornata di mercoledi sono attesi I dati sulle vendite al dettaglio negli USA e dovrebbero essere per la terza volta di fila in ribasso. Le previsioni dicono che scenderanno di circa lo 0,7%. Piú nel particolare sono calate le vendite su beni di primaria importanza facendo intendere che le condizioni lavorative stanno peggiorando e questo avra degli effetti sui consumi.
L’euro nella giornata di ieri ha fatto un salto oltre 1.3750 per poi riscendere ma ha comunque chiuso a livelli superiori rispetto alle quotazioni della giornata precedente nonostante I dati pubblicati. Primo fra tutti é la fiducia dei consumatori che é molto negativa nel mese di ottobre dimostrando che la crisi finanziaria in corso sta avendo degli effetti. Nella giornata di mercoledi uscira il dato Euro Zone CPI che dovrebbe scendere dal 3.8% al 3.6%. un calo inferiore alle aspettative o pari alle aspettative potrebbe far recuperare posizioni all’Euro.
Secondo alcuni esperti il dato peró potrebbe dimostrarsi piú negativo del previsto, avendo quindi degli effetti negativi sull’Euro, e una tale eventualitá dovrebbe essere tenuta in considerazione dalla BCE che dovrebbe continuare a tenere in considerazione la possiblitá di tagliare I tassi sebbene la settimana passata sia stato affermato che il taglio di 50 punti base NON sarebbe stato il primo di una serie.
Dopo l’intervento del governo USA anche lo Yen ha iniziato ad indebolirsi, soprattutto verso la chiusura delle contrattazioni borsistiche. Nel breve termine lo Yen potrebbe perdere terrreno qualora l’atteggiamento degli investitori dovesse tornare ad essere rischioso ma importanti analisti sostengono che lo Yen, poiché valuta a basso tasso di interesse, nel lungo termine dovrebbe tendere a rafforzarsi contro la maggior parte delle valute.
Da notare che il USD e JPY stanno andando molto di pari passo con l’andamento delle relative borse e, nel caso del dollaro, le quotazioni seguono in maniera significativa l’andamento del petrolio.
EUR/USD: da notare che stiamo entrando in una fase di range in cui le quotazioni sono rimaste confinati tra questi valori 1.3770 e 1.3315. tuttavia in questa settimana il support di maggiore importanza da tenere in considerazione é situate a 1.3485.
USD/JPY: negli ultimi giorni il USD é risalito ma non é riuscito a superare 103, resistenza psicologica. Nel breve termine ci si aspetta debolezza del USD.
GBP/USD: il rally iniziato a 1.6775 ha iniziato una fase di correzione é dovrebbe avere come obiettivo 1.7301 nei prossimi 1/2 giorni.
USD/CHF: Rimane in un trend rialzista ma in questo momento é possibile aspettarsi una correzione fino a 1.1125 per poi ricominciare una ulteriore salita.
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