Quando si parla del farmaceutico, si parla di un comparto con caratteristiche molto particolari. Appare attraente durante le fasi di instabilità dei mercati finanziari ed è tipicamente ‘difensivo’.
Ci sono alcuni titoli che, stando agli analisti di Morgan Stanley, meritano un giudizio positivo (overweight) grazie ai margini di rialzo dei prezzi. Sono tre in particolare:
Novo Nordisk
Con un multiplo di 24,2 sugli utili (eps) attesi nel 2016, la big pharma danese tratta con un premio del 33% rispetto ai competitor europei, inferiore tuttavia alla media storica (50%). Al titolo è stato assegnato un prezzo obiettivo di 435 corone (+17%) perché le recenti revisioni al rialzo dell’eps (utile per azione) nel 2015-2018 non sono ancora del tutto scontate nella quotazione attuale. Il dividend yield è 1,3% nell’esercizio 2015 e 1,7% nel prossimo. Il total return (peformance+rendimento della cedola) negli ultimi 12 mesi è stato del 48,7%.
Shire
La crescita programmata a doppia cifra nel lungo termine e l’alta reputazione del management porteranno, secondo gli analisti, a una variazione positiva delle stime di consensus sulla società , con un conseguente impatto sulla quotazione. Il p/e 2016 di 18 è basso considerando di profilo di espansione superiore alla media (+15% eps annuo nel 2015-18). Il titolo, che capitalizza 31 miliardi di sterline, merita un target price di 6.000 pence (+15%). Trascurabile il rendimento della cedola. Negli ultimi 12 mesi ha reso il 15,5%.
Actelion
Il titolo tratta con un premio del 22% sul p/e del settore, vicino alla media a cinque anni, ma ha un ritmo di crescita decisamente superiore. I ricavi e l’eps (utile per azione) sono infatti previsti in aumento nel 2015-20 al tasso dell’8 e 16% contro incrementi medi rispettivamente del 4 e 9%. Anche il migliorato profilo di rischio supporta il re-rating verso i massimi storici. Il prezzo obiettivo di 147 franchi svizzeri è del 7% superiore alle quotazioni attuali. Il p/e scende da 25,6 nel 2015 a 24,3 nel 2016, mentre il dividend yield è intorno all’1%. Il ritorno totale a 12 mesi è stato del 24%.