L'Istat dice "si", ma i consumi sono di vitale importanza per la ripresa.
Il Pil italiano registrerà  un’ulteriore (seppur minima) crescita da qui alla fine 2016? La risposta è “si”, secondo l’Istat.
La previsione dell’Ente è contenuta nel rapporto sulle prospettive per l’economia italiana, in cui l’Istituto fa notare che “la domanda interna, al netto delle scorte, contribuirebbe positivamente alla crescita del Pil per 1,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta e la variazione delle scorte fornirebbero un contributo negativo pari a un decimo di punto percentuale ciascuna”.
Spiega dunque l’Istat:
La stima preliminare del Pil per il primo trimestre 2016 (+0,3%) ha confermato, malgrado con una intensità moderata, il proseguimento della fase espansiva dell’economia italiana avviatasi agli inizi dell’anno precedente. Alcuni dei fattori a supporto della crescita quali il basso livello dei prezzi dell’energia, la riduzione dei tassi di interesse e il graduale miglioramento della fiducia tra gli operatori sono attesi produrre i loro effetti anche nell’anno corrente.
In altri termini i consumi degli italiani sono di vitale importanza per la ripresa. Il clima, sotto questo profilo, è positivo. Per consolidarsi definitivamente, tuttavia, l’economia del Belpaese necessiterà di un rilancio dell’export. Intanto, Palazzo Chigi aspetta da Bruxelles il nulla osta della Commissione Ue alla richiesta di flessibilità sui conti. In relazione a ciò, Matteo Renzi ha dichiarato:
Nelle prossime ore ci sarà lo scambio di missive tra la Commissione e il ministro Padoan, e potremo vedere riconosciuto questo elemento di flessibilità che vale diversi soldi.
Dalla Commissione Ue dovrebbe arrivare l’Italia l’ok ad un margine pari allo 0,75% del Pil per il 2016 (uno sconto di oltre 14 miliardi sull’austerità ), con la richiesta di non distanziarsi dagli obiettivi di correzione superiori allo 0,5% nel 2017 e 2018, da verificare in autunno.