Perché l'asset è nuovamente appetibile?
Le quotazioni dell’oro si riportano in prossimità dei livelli più elevati dell’ultimo anno, sfiorati solamente nelle passate settimane.
Il prezzo del metallo è salito in area 1.365 dollari l’oncia, segnando un guadagno del 27% dall’inizio dell’anno, quattro volte maggiore di quello realizzato nello stesso arco di tempo dall’S&P 500.
Il mood è positivo nelle ultime sedute, specie dopo che il Giappone ha emesso un bond a 10 anni il martedì scorso, riscontrando una domanda debole. L’episodio ha fatto serpeggiare il dubbio che gli investitori inizino a mettere in forse l’efficacia degli stimoli monetari, tanto che Tokyo ha annunciato il varo di una manovra fiscale espansiva per 240 miliardi di euro.
Importante comprendere la reazione delle quotazioni del metallo prezioso dopo la  notizia del taglio dei tassi da parte della Bank of England e del potenziamento degli stimoli monetari per 170 miliardi di sterline. La mossa del governatore Mark Carney è dovuta alla prospettiva di un rallentamento della crescita britannica nel prossimo biennio, a seguito della Brexit.
Le banche centrali aumentano, quindi, complessivamente i loro acquisti di carta e considerando che anche la BCE potrebbe rafforzare ancora una volta il QE dal board di settembre, si capisce come il mercato si starebbe mettendo al sicuro comprando oro.
Ed ora?
L’asset risulta appetibile in un contesto di rendimenti azzerati o persino negativi. Secondo il World Gold Council, solamente il 40% dei bond pubblici emessi dai paesi sviluppati offrirebbe rendimenti positivi e sarebbe effettivamente disponibile per gli investitori, visti gli acquisti intensi delle banche centrali. E appena il 17% esiterebbe un rendimento superiore all’1%.