L'ultima crisi finanziaria ha fatto dubitare pesantamente della capacità delle azioni di remunerare il rischio che in genere le distingue dalle..
Per il 2010, infatti, la maggior parte degli analisti prevede in media una crescita degli utili del 24%, tra i settori favoriti troviamo quello dell’auto, delle banche e della tecnologia, anche se si tratta di stime che devono essere considerate con estrema cautela perchè suscettibili di variazioni nel corso dei prossimi mesi.
In ogni caso le azioni sono uno strumento valido per diversificare i propri investimenti, per quanto riguarda la quota del proprio portafoglio che si dovrebbe dedicare a questo tipo di investimento gli esperti consigliano di costruire un piano di investimento affidandosi ad una delle varie tecniche esistenti, tra questi si segnala il “Personal financial planning”. In alternativa, nel caso in cui non ci si volesse affidare a tecniche piuttosto sofisticate, c’è una regola in voga soprattutto tra gli investitori americani e che è piuttosto bizzarra, ossia determinare la quota da investire in azioni calcolando la differenza tra cento e la propria età , ad esempio un cinquantenne dovrebbe investire il 50% del proprio portafoglio in azioni.
In passato gli esperti erano soliti consigliare investimenti nelle Borse emergenti perchè si riteneva che queste si muovessero in maniera indipendente rispetto ai mercati dei paesi sviluppati, tesi questa che è stata messa a dura prova negli ultimi anni, secondo i dati forniti da Bloomberg, infatti, il rapporto prezzo utili dell’indice Morgan Stanley globale è di 17 mentre quello delle Borse emergenti è di 16,5.
In ogni caso, al di là di questi dati, è bene considerare che diversi paesi emergenti presentano un potenziale borsistico notevole perchè legato al processo di crescita strutturale della propria economia, anche in questo caso il consiglio è quindi quello di deversificare i propri investimenti e di destinare una piccola parte dei proprio portafoglio a questo tipo di investimento.