il ministro Padoan, sprona l'Istituto di Francoforte ad attuare riforme benefiche per l'intera Comunità Europea
«Ci aspettiamo una crescita molto inferiore» del previsto per il 2014. Lo afferma il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, in merito alla prossima revisione delle stime del Governo, che nel Def (Documento ei edonomia e finanza) aveva previsto un pil in aumento dello 0,8% (contro lo 0,2% stimato da Bankitalia e Confindustria e lo 0,3% del Fondo monetario internazionale).
La scarsa crescita, chiarisce Padoan, «non è dovuta al fatto che le riforme non sono state fatte, ma è un problema di lungo termine».  «Il programma delle riforme tuttavia non cambia. Quello che cambia è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa, ci vorrà più tempo del previsto. Sfortunatamente e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto».
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«Le riforme sono efficaci sulla crescita ma ci vuole tempo. Sono più che sicuro che le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni – ha continuato Padoan – risentiamoci tra 18 mesi e vediamo cosa è successo», ha aggiunto. «È vero che il percorso delle riforme in Italia non è stato brillante ma il governo attuale è diverso», ha continuato Padoan. «Noi stiamo lavorando proprio per fare le riforme e renderle effettive», ha evidenziato il ministro.
Per affrontare e combattere la crisi, ha aggiunto Padoan parlando del ruolo che potrebbe avere la Bce negli odierni scenari. «Quello che vorrei vedere è che tutti facciano la loro parte. Per la Bce questo significa essere coerente nel portare l’inflazione un’altra volta vicina al 2% che è una cifra ragionevole» anche se «molto lontana dagli attuali livelli».