Oltre alla mancata e scontata non adesione della Gran Bretagna, anche la Repubblica Ceca sul fiscal compact al momento si è defilata.
Torna a scendere in data odierna lo spread Btp-Bund, in area 415 punti base circa, dopo la chiusura di ieri in area 430. Il mercato sembra apprezzare, anche se con un moderato entusiasmo, l’accordo europeo a 25 Paesi sul cosiddetto fiscal compact.
Da segnalare comunque che, oltre alla mancata e scontata non adesione della Gran Bretagna, anche la Repubblica Ceca sul fiscal compact al momento si è defilata a fronte invece dell’adesione in extremis e sofferta da parte della Polonia.
► SPREAD TITOLI DI STATO AL NUOVO RECORD IN PORTOGALLO
La reazione del mercato è positiva ma non troppo anche perché sulle misure finanziarie antispeculazione, e quindi a difesa dell’euro, siamo ancora in alto mare. Sebbene infatti ci sia ottimismo per l’accordo con i creditori in Grecia, sul Fondo salva stati permanente permangono ancora le ritrosie della Germania che si conferma non ancora pronta, soprattutto politicamente, a adottare misure di solidarietà e di sostegno ai Paesi periferici dell’Eurozona, quelli cosiddetti più spendaccioni. E così ad oggi la difesa dell’euro rimane ancora ufficialmente tutta sulle spalle della Banca centrale europea condotta dall’italiano Mario Draghi.
► ASTE TITOLI DI STATO FEBBRAIO 2012
Intanto l’Agenzia di rating Moody’s ha fatto presente come il nostro Paese nel 2012, nonostante i provvedimenti del Governo Monti, sia “condannato” alla recessione. In particolare, l’Agenzia stima per l’Italia una contrazione 2012 del prodotto interno lordo nazionale pari all’1% dopo la modesta crescita del Pil dello scorso anno. Sono previste inoltre per il 2012 in Italia pressioni sui prezzi degli immobili a causa dell’inasprimento della tassazione.
Da segnalare comunque che, oltre alla mancata e scontata non adesione della Gran Bretagna, anche la Repubblica Ceca sul fiscal compact al momento si è defilata a fronte invece dell’adesione in extremis e sofferta da parte della Polonia.
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La reazione del mercato è positiva ma non troppo anche perché sulle misure finanziarie antispeculazione, e quindi a difesa dell’euro, siamo ancora in alto mare. Sebbene infatti ci sia ottimismo per l’accordo con i creditori in Grecia, sul Fondo salva stati permanente permangono ancora le ritrosie della Germania che si conferma non ancora pronta, soprattutto politicamente, a adottare misure di solidarietà e di sostegno ai Paesi periferici dell’Eurozona, quelli cosiddetti più spendaccioni. E così ad oggi la difesa dell’euro rimane ancora ufficialmente tutta sulle spalle della Banca centrale europea condotta dall’italiano Mario Draghi.
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Intanto l’Agenzia di rating Moody’s ha fatto presente come il nostro Paese nel 2012, nonostante i provvedimenti del Governo Monti, sia “condannato” alla recessione. In particolare, l’Agenzia stima per l’Italia una contrazione 2012 del prodotto interno lordo nazionale pari all’1% dopo la modesta crescita del Pil dello scorso anno. Sono previste inoltre per il 2012 in Italia pressioni sui prezzi degli immobili a causa dell’inasprimento della tassazione.