Secondo le banche, l'accesso al credito non costituisce un problema.
Individuare clienti disposti ad acquistare i prodotti è il vero problema delle Pmi? Non i finanziamenti da parte delle banche.
E’ questo ciò che ostacola la crescita delle Piccole e medie imprese in Europa, per come emerge da un sondaggio condotto dalla Banca centrale europea. Il 26 per cento delle Pmi del Vecchio continente, infatti, indica la difficoltà a piazzare i propri manufatti come il più fastidioso dei grattacapo, in netta crescita rispetto al 20% del precedente sondaggio (che andava da aprile a settembre 2014, mentre quello fresco di stampa copre fino al marzo scorso).
A osservare attentamente i dati si incrina qualche certezza sulle diagnosi e le cure proposte per uscire dalla grande recessione. Nell’Eurozona, infatti, l’accesso alle finanze è l’elemento che genera le minori preoccupazioni (l’11% contro il precedente 13%), e si piazza sotto la reperibilità di lavoratori qualificati (14%), costi di produzione (14%), concorrenza (14%) e regolamentazione (13%). Nel novero delle Pmi, inoltre, l’accesso al credito rappresenta un problema un po’ più importante per le aziende di dimensioni minori, ma per quelle più grandi i finanziamenti scendono ad essere indicate come problema nel 9% dei casi, contro il 24% del trovare compratori.
Alla domanda di quanto sia importante il problema di avere ingresso al credito nella loro situazione corrente, dando un voto da uno a dieci, in Grecia continuano a percepire la situazione come seria (voto 7). In Austria, Irlanda, Spagna, Francia e Olanda il problema è sceso intorno al livello 5, mentre in Portogallo e Italia è stabile a 6 e in Belgio, Germania e Finlandia si resta tra 3 e 4.
A livello aggregato, per la prima volta dal 2009, le imprese di piccole e medie dimensioni hanno dichiarato un miglioramento nella disponibilità di credito bancario.