Dalla Germania giunge un segnale preoccupante per l’economia europea. In agosto si è registrato un crollo verticale per l’indice Zew, che misura la fiducia della imprese tedesche. L’indice, ad agosto è a quota 8,6, rispetto 27,1 registrato a luglio. Sono i minimi di 20 mesi. Desta preoccupazione tra gli analisti il crollo inaspettato in agosto e accusano anche la crescita più debole del previsto in Germania e non solo gli eventi internazionali di questi giorni (guerre in Ucraina, Iraq e Gaza).
Carsten Brzeski di ING sostiene che il rallentamento tedesco è “fatto in casa e in Eurozona”. Stando a tutti i dati a disposizione, l’economia tedesca dovrebbe essere entrata in una fase di stagnazione. Produzione industriale e ordini all’industria mostrano che le attività di investimento delle aziende tedesche sono diminuite parecchio. Ora gli economisti dell’istituto Zew presumono un’economia più debole del previsto nel 2014 per la Germania.
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E, gli analisti di Moody’s hanno scritto in una nota che la tripla ‘A’ data da Moody’s alla Germania – con outlook stabile – rispecchia la sua “economia altamente competitiva, diversificata e avanzata” e la sua storia in ambito di politiche macro-economiche basate sulla stabilita’. Comunque, prosegue la nota, “il calo della forza lavoro e una popolazione sempre piu’ in la’ con gli anni potrebbero avere effetti negativi sul tasso potenziale di crescita del Paese e sulla sostenibilita’ dei sistemi di welfare”. Â La Germania, evidenzia Thorsten Nestmann, analista senior di Moody’s, “ha un’economia molto grande e altamente competitiva che e’ molto ben integrata nei flussi di scambio globali e nei mercati dei capitale. Inoltre, trae vantaggio da un ampio mercato interno”.