Da come hanno reagito i listini  delle Piazze finanziarie, c’è stata una lettura positiva del rimando tedesco alla Corte di giustizia europea sul programma di acquisto di titoli di Stato della Bce. Quindi viene riconosciuta di fatto l’autorità del tribunale comunitario su quello nazionale.Â
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L’Alta Corte federale tedesca ha chiesto che intervenga la Corte europea sul programma Omt della Bce, presentato a settembre da Draghi, che prevede l’acquisto di titoli di Stato di Paesi in difficoltà in cambio di inflessibili piani di austerità di bilancio. Una mossa di cui l’Eurotower prende atto confermando che “il programma Omt rientra nel suo mandato”. La lettura dei mercati è positiva: “La Germania – spiegano gli addetti ai lavori – riconosce di fatto di non poter deliberare senza aver interpellato la Corte europea. Proprio quello che voleva la Bce secondo cui è competente solo il tribunale comunitario”. Tale versione è abbastanza autorevole da sciogliere – le tensioni sul debito pubblico dell’Eurozona seguita anche alle parole di Draghi, che ha assicurato costo del denaro basso ancora per lungo tempo e ha assicurato che l’Eurozona non è in deflazione.
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I primi a beneficiarne sono stati i Btp italiani che ben comprati sul mercato secondario hanno visto il rendimento andare al 3,68% ai minimi dal febbraio 2006 (lo spread è in calo in area 200 punti), quando la crisi del debito sovrano pareva impossibile. Il gesto della Germania si unisce al trend delle ultime settimane con i grandi investitori internazionali che spostano capitali dai paesi emergenti verso i più sicuri mercati occidentali rivalutando gli ex Piigs: dal Portogallo all’Italia, dall’Irlanda alla Spagna fino alla Grecia. Il convincimento è che la crisi sia superata e oggi, di conseguenza, si tratta di Paesi che offrono buoni rendimenti (se comparati ai treasury americani o ai bund tedeschi) con rischi limitati.