La moneta unica europea continua a godere di ottima salute, nonostante i vari problemi che attanagliano i paesi membri del vecchio continente soprattutto le economie degli stati periferici, come Italia, Spagna e Portogallo, senza tralasciare la Grecia. Le buone vendite che lo hanno caratterizzato negli ultimi due giorni sono andate ancora una volta svilendosi sui supporti tecnici più importanti e, contro dollaro americano, si è riportato “tranquillamente†in area 1,37 spiega Davide Marone di DailyFx. Le motivazioni del perché, imperterrito, venga comprato ormai ci sono note e abbiamo speso fiumi e fiumi di parole in questo senso.
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Giovedì Mario Draghi, in un discorso alla Bundesbank di Francoforte, ha dichiarato che l’Eurozona non si trova in deflazione (l’analisi dei singoli paesi ci fa invece cambiare un po’ prospettiva) ma solamente in un prolungato periodo di bassa inflazione che può comunque essere preoccupante (e ci crediamo!) al fine di apportare i meccanismo di aggiustamento strutturale.
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Pur provando inizialmente a nascondersi dietro il fatto che la bassa crescita dei prezzi sia in parte legata agli sviluppi del mercato dell’energia, il Governatore BCE ha poi detto a chiare lettere che è la debolezza della domanda il vero problema e facciamo fatica a dargli torto, se pensiamo ai livelli di disoccupazione “dichiarata†della Spagna al 26% e della Grecia oltre il 40% tanto per citare i due esempi. Modificare lo statuto e preoccuparsi non solo della stabilità dei prezzi ma anche della crescita, agendo da vera banca centrale