Sono stati diffusi oggi i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti, nel mese di gennaio, dove si evidenzia che c’è stata la creazione di 113.000 posti di lavoro, contro i +75.000 di dicembre.
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Tuttavia, il valore è nettamente inferiore a quanto stimato dagli analisti di Bloomberg, che avevano atteso una realizzazione di nuovi posti di lavoro di 180.000 unità , dopo il rialzo +74.000 di dicembre. Il consensus di Briefing si aspettava un rialzo +175.000 unità . Il tasso di disoccupazione intanto è sceso al 6,6%, contro il 6,7% stimato.
“Stiamo facendo progressi, ma in modo ancora lento”, ha spiegato Stephen Stanley, responsabile economista di Pierpont Securities a Stanford, nel Connecticut, intervistato da Bloomberg – il mercato non lavoro non sta procedendo in un modo che si può definire soddisfacente. La crescita dell’occupazione è stata decente ma non si parla ancora di crescita solida in modo sostenuto”.
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Il rapporto sull’occupazione appena annunciato ha posto in evidenza che nel mese di gennaio, per le condizioni meteorologiche, 262.000 americani non si sono presentati al lavoro, una variazione in ogni caso poco differente da quella di dicembre.
A questo punto è però lecito chiedersi se il tapering della Fed non stia muovendosi a passi più sostenuti rispetto a quelli che i fondamentali dell’economia indicherebbero. Nel suo ultimo annuncio, la Fed ha detto che sarà ridotto ulteriormente il QE di $10 miliardi, portando gli acquisti di Treasuries e di titoli legati ai mutui a $65 miliardi. La stessa Banca centrale Usa ha parlato di un tasso di disoccupazione che “rimane elevato”.