L'accordo tra Fiat e Chrysler appare ogni giorno più lontano. Solo qualche giorno fà , infatti, Sergio Marchionne si era detto pronto a rinunciare..
L’amministratore delegato Fiat, infatti, aveva spiegato che al momento c’è il 50% di possibilità che l’accordo con Chrysler vada in porto. Pur non trattando direttamente con i sindacati, infatti, Marchionne ha spiegato che essi hanno assunto una posizione decisamente più rigida e non sembrano affatto intenzionati ad accettare la riduzione del costo del lavoro inclusa nell’accordo.
Marchionne, infatti, ha incluso nel piano di recupero Chrysler una riduzione del costo del lavoro di 19 dollari, arrivando così alla cifra di 55 dollari, cifra comunque elevata se paragonata ai 40 dollari attualmenti pagati negli stabilimenti Toyota, Honda e Nissan degli Stati Uniti.
Tuttavia, nonostante negli ultimi giorni si è posto l’accento sulla posizione contraria dei sindacati, Marchionne nelle sue ultime dichiarazioni ha affermato che i sindacati non rappresentano il principale ostacolo alla conclusione dell’accordo. Il problema più importante, infatti, riguarda le banche che hanno finanziato la Chrysler e con le quali non si è ancora riusciti a trovare un accordo.
Le questioni da risolvere, quindi, sono ancora tante e il tempo massimo concesso dal presidente Obama per concludere la questione sta per scadere. Al termine stabilito, infatti, mancano solo 15 giorni, un lasso di tempo che appare piuttosto irrisorio se paragonato all’importanza dei problemi non ancora risolti.
Marchionne si è detto disposto a fare tutto quanto sia necessario per attuare un efficace pieno recupero per Chrysler, compresa la possibilità di assumere la carica di amministratore delegato affermando: “I titoli a me importano fino a un certo punto, la cosa importante è fare quello che è necessario per risanare l’azienda“.