Una delle evidenze storiche dei mercati azionari è che, mediamente, nel mese di settembre si registrano le performance più deludenti. Nonostante l’attuale scenario economico e geopolitico – la potenziale azione militare in Siria, il “tapering” della Federal Reserve  e la questione del debito americano tra i fattori di maggiore criticità -, i mercati hanno essenzialmente tenuto e la correzione è stata modesta. Come si comporteranno ora, di fronte alle sfide e alle minacce dei prossimi mesi?Nel 2010, la crisi del debito sovrano europeo gettò nel panico i mercati azionari e da maggio ad agosto si registrarono pesanti crolli. Solo nella parte finale dell’anno, grazie a dati economici incoraggianti (la maggiore crescita economica degli Stati Uniti in particolare) e alla rinnovata fiducia, ci fu una ripresa. Nel 2011 le preoccupazioni diffuse circa il debito degli Stati Uniti innescarono significative oscillazioni dei prezzi sui mercati azionari: le nuove misure di stimolo avviate nel paese così come in Europa, si tradussero ancora una volta in un rally in autunno.
L’anno scorso, dopo una estate caratterizzata da una estrema volatilità , ci fu una ripresa proprio a settembre, quando la Federal Reserve annunciò il suo QE3 (Quantitative Easing) e la Banca centrale europea mise in atto nuove e draconiane misure di stimolo. Ma quest’anno potrebbe essere diverso: i maggiori fattori di rischio per i mercati e l’economia globale, sono attesi propri nei prossimi mesi dell’anno e i mercati potrebbero accusare pesanti colpi.
La borsa gira pagina e si appresta ad iniziare un nuovo mese. Settembre: sul tavolo vi sono questioni fondamentali e determinati, su cui sono puntati gli occhi del mondo economico e finanziario. Il Federal Open Market Committee terrà una riunione il 17-18 Settembre e in quell’occasione il comitato direttivo della Fed deciderà il destino del programma di acquisto da 85 miliardi di dollari al mese, che aveva contribuito a far uscire il paese dalla crisi.
La Federal Reserve potrebbe iniziare il “tapering” già a partire dal mese prossimo e i timori circa tale possibile assottigliamento (o riduzione) del programma, si sono già tradotti in una estrema debolezza (con perdite anche significative) sui mercati azionari nel corso dei mesi estivi. La decisione della Fed arriverà proprio mentre i mercati saranno chiamati a far fronte ad una nuova tornata di elezioni in Europa. Il 22 settembre in Germania si terranno le elezioni parlamentari, mentre l’instabilità politica italiana rischia di compromettere la tenuta stessa dell’attuale governo: se l’esecutivo dovesse cadere, le ripercussioni sui mercati sarebbero evidenti e significative.
Negli Stati Uniti, nel frattempo, potrebbe riaccendersi il dibattito sull’innalzamento del tetto del debito del paese, dopo quanto riferito dal segretario al Tesoro Jack Lew il quale, parlando al Congresso, ha suggerito che il limite massimo potrebbe essere raggiunto entro la metà di ottobre. Infine, vi è la continua minaccia di una attacco militare degli Stati Uniti contro la Siria, ipotesi che nelle ultime settimane ha spaventato sia i mercati azionari che quelli del petrolio.
I rischi geopolitici sono sempre fonte di preoccupazione per i mercati ed i prossimi due mesi potrebbero rivelarsi particolarmente difficili per i mercati, in cui domina una notevole componente emotiva. La decisione della Fed (forse l’evento maggiormente atteso) innescherà inevitabilmente una reazione…ma quale e in che direzione? Solo una cosa sembra essere certa: volatilità e incertezza seguiteranno a caratterizzare questa delicata fase di cambiamento e transizione sui mercati azionari.