I vertici di General Motors hanno espresso seri dubbi sulla capacità dell'azienda di sopravvivere ulteriormente ed evitare il fallimento..
Il futuro dell’azienda, quindi, è inevitabilmente nelle mani del governo americano e nella sua decisioni di concedere o meno gli aiuti richiesti. In caso risposta negativa la società si troverebbe costretta a seguire la procedura indicata della legge fallimentare attualmente in vigore in america, cercando di preservare così l’attività aziendale ed, eventualmente, procedere alla liquidazione.
La notizia, ovviamente, ha avuto pesanti ripercussioni a Wall Street dove ieri il titolo General Motors è calato del 14% scendendo sotto i 2 dollari. Oltre che in borsa, la notizia ha avuto anche conseguenze interne: lo stipendio di Rick Wagoner, amministratore delegato General Motors, è stato ridotto a 5,4 milioni di dollari annui, contro i 14 milioni di dollari ricevuti nel 2007.
Steve Rattner e Ron Bloom, componenti della task force designata da Obama per cercare di risolvere i problemi dell’industria automobilistica americana, si sono riuniti insieme ai vertici General Motors e all’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne che ha esposto i dettagli dell’accordo con Chrysler, accordo che dovrebbe essere in grado di consentire all’azienda americana di ripagare i debiti con il governo e tentare una riconquista del mercato.
Molti membri del Congresso, infatti, non vedono di buon occhio il potenziale accordo tra Chrysler e Fiat. Marchionne, quindi, ha cercato di rassicurare tutti affermando: “Nulla sara’ portato fuori dagli Usa e il principale obiettivo e’ quello di ripagare ogni singolo dollaro proveniente dalle tasche dei contribuenti prima ancora che qualcuno ottenga qualcosa. Noi possiamo aggiungere valore. Questa e’ la vera questione e l’alleanza rappresenta un ingrediente necessario per il rilancio di Chrysler“.
Steve Rattner e Ron Bloom, inoltre, incontreranno lunedì a Detroit i vertici General Motors e Chrysler non solo per discutere degli aiuti richiesti al governo, ma anche per visitare i vari impianti.
Nel frattempo i problemi di General Motors stanno iniziando ad avere conseguenze anche sull’andamento di società controllate dal colosso americano. E’ il caso diOpel che ha annunciato serie difficoltà affermando che se la situzione non ritornerà presto alla normalità circa 400.000 dipendenti rischiano il loro posto di lavoro.