Questo è dipeso principalmente dalla situazione critica della moneta unica europea che sta subendo una svalutazione anche per...
Questo è dipeso principalmente dalla situazione critica della moneta unica europea che sta subendo una svalutazione anche per la situazione degli stati dell’est membri dell’Unione Europea.
Dopo la loro adesione del 2001, gli stati dell’Europa dell’Est hanno mantenuto la propria moneta principalmente stabile nei confronti di un euro che continuava a rafforzarsi e, grazie ad una florida situazione dei mercati economici, sono arrivati moltissimi investimenti anche da parte di banche estere che hanno cominciato ad elargire prestiti, mutui e crediti al consumo con molta facilità .
Il problema è nato dal fatto che il denaro, se preso in valuta locale, costava molto e aveva dei tassi d’interesse ben superiori a quelli che poteva offrire la moneta europea pertanto la gente ha cominciato a comprare in euro, dollari e sterline fino a quando è scoppiato il caso dei mutui subprime.
Con la crisi finanziaria le monete locali si sono indebolite e ora le imprese degli stati dell’Europa dell’Est, ma anche molte famiglie si sono indebitate per un importo pari a 400 miliardi di dollari, euro e sterline. Cifre che fanno girare la testa considerando anche il fatto che il debito accumulato non è nella propria moneta.
Per uscire da questa situazione, che potrebbe portare ad un crack di molti stati come Polonia, Lettonia e Bulgaria, questi stati dovrebbero affrettarsi ad entrare nel sistema monetario europeo il prima possibile oppure sperare che si inverta la situazione attraverso ampi investimente di capitale nel proprio territorio.
Il fallimento di questi stati membri non se lo augura nessuno poichè creerebbe un buco da far collassare l’intero sistema Europa.