E’ palese quindi il motivo per il quale l’economia di Nazioni come il Burkina non riescano a decollare: i coltivatori africani..
Ma gli Stati Uniti, patria dell’idea di libero mercato, adotta realmente questa teoria liberista, o anche in momenti di non-crisi si dimostra un Paese interventista?
Il caso del cotone è emblematico: gli agricoltori americani ricevono dal loro governo un sussidio per ettaro di 250 $ l’anno per il solo fatto di coltivare questa fibra, mentre i loro colleghi del Burkina Faso ricavano nel corso di un intero ciclo produttivo 200 $.
E’ palese quindi il motivo per il quale l’economia di Nazioni come il Burkina non riescano a decollare: i coltivatori africani dovranno abbassare il prezzo del loro prodotto fino a renderlo competitivo rispetto alla stessa coltura americana, ma così facendo rischiano di andare in perdita, e in Paesi in cui l’export di cotone costituisce quasi la metà delle merci che varcano i confini nazionali, questo deprezzamento costituisce una tragedia.
Il cotone è purtroppo solo uno delle migliaia di esempi che si potrebbero fare. Per dar l’idea di quanto l’economia made in USA dipenda dalle casse statali, basti pensare che sono 4.200 i milioni forniti dal governo Bush ai coltivatori di questa preziosa fibra, in forma di sussidi e sostegni finalizzati a garantire l’oligopolio su scala mondiale in questo, come in altri settori del mercato globale.