Quella apertasi oggi sarà una settimana delicata per l’Ilva. Non sembrano esserci ancora soluzioni per la crisi che attanaglia l’acciaieria tarantina.
Eppure, sono state molti i provvedimenti normativi varati durante gli ultimi due anni. Da ultimo, registriamo l’ennesimo decreto varato un mese fa. A partire da oggi, in ogni caso, sarà opportuno capire come evolve la situazione e come può verificarsi la ripresa dell’azienda.
Sono quattro i temi all’ordine del giorno.
Il primo step concerne la formale ammissione dell’Ilva all’amministrazione straordinaria con la legge Marzano. È attesa a stretto giro dopo che il commissario Piero Gnudi ha esposto nei giorni scorsi istanza al Mise e al Tribunale di Milano. L’amministrazione straordinaria è prevista dal decreto legge ora in Senato e di fatto certifica la pesante esposizione dell’azienda verso banche e fornitori. Solo verso gli istituti di credito, ci sono 1,4 miliardi. Ai commissari spetterà il compito di redigere il piano di risanamento e rilancio dell’azienda.
La terza questione riguarda l’indotto. La settimana che si è conclusa ha registrato le proteste delle imprese e dei lavoratori, quest’ultimi con blocchi stradali. Il timore di entrambi è che l’Ilva in amministrazione straordinaria non liquidi più o lo faccia solo in parte i crediti delle imprese appaltatrici, che per Taranto significano circa 150 milioni.
Quarto e ultimo punto, il decreto legge della vigilia di Natale relativo all’Ilva e Taranto. Le commissioni Industria e Ambiente del Senato porteranno a compimento le audizioni informali (dovrebbero essere ascoltati gruppo Riva e Cassa Depositi e Prestiti), dopodichè, tra martedì e mercoledì, metteranno mano agli emendamenti. Almeno un paio riguarderanno l’Ilva.