Scelta necessaria per tagliare i costi: 40 posti di lavoro a rischio.
Sono stati venti lunghi anni. Venti anni di permanenza in terra elvetica, assolutamente significativi per il marchio dell’alta moda.
Ora però i tempi sono cambiati e Armani Swiss Branch ha deciso di lasciare la sede di Mendrisio per spostarsi a Milano. Sul ritorno in Italia di quel comparto svizzero di uno dei principali marchi della moda erano circolate, da tempo, indiscrezioni. Oggi la conferma che dei 110 dipendenti di Armani Swiss Branch ne rimarranno, a Mendrisio, meno di dieci. Una sessantina ha accettato di trasferirsi a Milano, mentre 40 verranno licenziati.
Per coloro i quali si sono detti disposti a trasferirsi nella Penisola “le condizioni salariali saranno quelle italiane”, come ha annunciato la radio pubblica elvetica. Il che vuol dire passare da uno stipendio di circa 4000 euro mensili a uno stipendio pari a non più di 1500. Un bel risparmio per il gruppo italiano che, oltretutto, desidera velocizzare i tempi dell’abbandono di Mendrisio. Il che avverrà , a quanto pare, tra aprile e maggio. Per tutti i 110 dipendenti, quindi anche per quelli che si sposteranno in Italia, il sindacato sta trattando con la direzione del colosso della moda un piano sociale.
“Che auspichiamo sia adeguato è che tenga in considerazione il forte disagio di cui sono vittime i lavoratori”, spiega a Repubblica.it il sindacalista
Giorgio Fonio, dell’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese, equivalente dell’italiana Cisl. A Mendrisio Armani non produce abbigliamento ma ospita il settore recupero crediti, la logistica e i servizi doganali. Lo stesso fa, nei pressi di Lugano, un altro gigante del lusso come Gucci.