Dopo gli stress test positivi di settimana scorsa riguardanti le banche americane, nella giornata di ieri il governo statunitense ha emanato dei numeri meno confortanti.
Il deficit nazionale raggiungerà la cifra record di 1‘841 miliardi di dollari (12.9% del Pil), che vanno ben al di là del 1‘752 miliardi indicati dalle previsioni fatte a febbraio.
Anche per l’anno 2010 sono state ritoccate verso l’alto le quotazioni del deficit che si stima raggiungerà i 1‘258 miliardi, per gli anni 2010-2014 si prevede ora attorno ai 3‘790 miliardi di dollari.
La raccolta fiscale scenderà del 15% quest’anno a 368 miliardi di dollari, un livello paragonabile solo a quello del 1950. Tutto questo è ovviamente dovuto alla recessione, all’aumento del tasso di disoccupazione e dai salvataggi di molte aziende sull’orlo del fallimento.
Comunque l’Office of management and budget degli USA prevede una netta ripresa dal 2010, anno in cui il gettito tornerà a salire sia dalle imprese (18 miliardi in meno quest’anno) sia dai privati (5 miliardi in meno nel 2009).
In borsa si riflettono queste stime, infatti ieri il Dow Jones è sceso dell‘1.5% e il Nasdaq dell‘1.4%. Solo American Express (+4.5%) e Citi (+2.9%) si dimostrano in controtendenza, infatti vanno male gli altri titoli bancari. Bank of America è calata del 5%, JP Morgan -3.7% e -11% per Capital One Financial che ha annunciato la ricapitalizzazione.
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