Le banche cinesi riducono l'esposizione nei confronti delle banche europee.
La dimostrazione del fatto che quanto affermato sarebbe vero si troverebbe nelle decisioni intraprese, in questo ultimo mese, da Bank of China una delle quattro banche commerciali più importati della Repubblica Popolare Cinese.
Bank of China, che sarebbe uno dei principali operatori al mondo sul mercato valutario cinese, avrebbe infatti interrotto, con decorrenza 12 settembre 2011, qualsiasi tipo di operazione in valute europee tra cui le transazioni a termine e gli swaps (strumenti derivati consistenti nello scambio di flussi di cassa).
La decisione, che ricalca quella intrapresa nel 2008 al culmine della crisi economico-finanziaria mondiale cominciata con il crack Lehman, ha colto di sorpresa gli operatori europei sebbene non sia completamente fuori luogo.
A venir penalizzati, infatti, sono stati i principali istituti bancari francesi colpiti dalla crisi della Grecia (ovverosia SocGen, BNP Paribas e Credit Agricole) congiuntamente alla principale banca d’investimento svizzera, quella UBS travolta dalla scabrosa vicenda che ha visto un trader fuggire con 2,3 miliardi di dollari.
La presa di posizione della banca cinese, poi, era stata anticipata dal rallentamento dei rapporti con l’Europa. Molte realtà cinesi, infatti, avrebbero decisamente ridotte l’esposizione nei confronti della quasi totalità delle banche europee penalizzate del possibili default della Grecia e di altri paesi a rischio.