Nuovo default per l’Argentina per la seconda volta in 13 anni. Non è stato raggiunto alcun accordo con gli hedge fund e la scadenza per pagare i titolari di bond che hanno accettato il concambio è stata superata senza che sia stato effettuato.  “Il mediatore ha proposto numerose soluzioni ma Buenos Aires ha rifiutato di considerarle” dice Elliot, uno degli hedge fund che ha fatto causa all’Argentina. L’Argentina nega dicendo di aver pagato ma che i fondi sono stati bloccati.
Intanto, stando a indiscrezioni Jp Morgan Chase starebbe in contrattazione per acquistare  i bond dei creditori “holdout”, quelli che dopo il default del 2001 non hanno acconsentito ai termini della ristrutturazione nel 2005 e nel 2010 e vogliono essere rimborsati a cifra piena. Nei giorni passati si era detto di un probabile intervento delle banche del settore privato per aiutare Buenos Aires a pagare quanto dovuto al piccolo gruppo di hedge fund.
> Argentina, il default diventa sempre più probabile
Per due giorni i legali argentini e i creditori “holdout” si sono confrontati a New York davanti al mediatore americano che, quando le parti hanno lasciato il tavolo delle trattativa, aveva detto che il default era “imminente”. In effetti l’Argentina vive il suo secondo default in 13 anni. È terminato il periodo di grazia da 30 giorni entro cui il governo doveva provvedere al pagamento da 539 milioni di dollari degli interessi sui titoli a debito in scadenza il 30 giugno scorso. Immediata la bocciatura di S&P. Il rating è stato abbassato a “selected default” da CCC-. In sostanza l’agenzia riconosce che l’Argentina sta onorando i suoi impegni su alcuni bond e non su altri.