In una nota ufficiale della società Usa si legge che l’Alcoa chiuderà definitivamente l’impianto di Portovesme, in provincia di Carbonia-Iglesias, a causa dell’alto costo di produzione dell’alluminio.
Il gruppo americano chiarisce che “la fonderia di Portovesme, nel 2012, venne chiusa perché aveva uno dei più alti costi di produzione nel sistema Alcoa, ed aveva limitate prospettive per diventare competitivo”. “Le ragioni fondamentali che hanno reso la fonderia di Portovesme non competitiva, purtroppo, non sono cambiate” da allora, ha affermato Bob Wilt, presidente di Alcoa Primary Products, motivando la chiusura dell’impianto. “Continueremo a rispettare gli impegni assunti per i nostri dipendenti e i nostri stakeholder, in buona fede, come abbiamo sempre fatto” ha precisato.
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La risposta del presidente della Sardegna, Francesco Pigliaru, è che l’annuncio “non ha alcuna conseguenza sulle trattative per la cessione dello stabilimento”. Il governatore Pigliaru aveva già avuto la conferma che questo passaggio non avrà conseguenze sugli oneri  attinenti alla vendita della fabbrica e sugli impegni presi per i lavoratori dello stabilimento. “La Regione – dice una nota – continua a essere attivamente impegnata in prima persona nella trattativa per favorire l’acquisto degli impianti di alluminio da parte di un altro soggetto imprenditoriale. L’iniziativa non è stata allentata in queste settimane d’agosto e si lavora con il massimo sforzo con l’obiettivo di pervenire a un memorandum d’intesa”.
Alcoa, società quotata a Wall Street, informa inoltre che la chiusura dell’impianto in Sardegna limiterà la capacità di fusione globale di Alcoa di 150.000 tonnellate annue, e che di conseguenza scenderà a 3,6 milioni di tonnellate.