3.000 miliardi per salvare l’euro

by Redazione Commenta

Il G20 appronta un piano per effettuare il default guidato della Grecia e salvare l'Europa.

Nessuno nega, ormai, che l’Europa, o per lo meno una parte di essa (individuabile in Portogallo, Irlanda e Grecia), sia al collasso.

La domanda che circola sulle bocche dei più importanti manager mondiali nonché dei governanti delle più eminenti istituzioni internazionali, non è più quella sul possibile default della Grecia e sulle migliori strategie per evitare il tracollo dell’economia ellenica.

POSSIBILE DEFAULT SISTEMA BANCARIO EUROPEO


Oggi, infatti, tutti si chiedono come affrontare, nel migliore dei modi, il sicuro default della Grecia.

Non vi è dubbio alcuno, quindi, che si stia cercando, nella maniera più delicata e vantaggiosa possibile, di ucciderne alcuni (in particolare i tre Stati europei di cui dicevamo) per salvare l’economia mondiale.

OPERAZIONE TWIST DA 400 MILIARDI DELLA FEDERAL RESERVE

Se non si arrestasse sul nascere, infatti, il contagio potrebbe arrivare a coinvolgere pure Spagna e Italia e, a quel punto, potrebbe diffondersi, con rapidità straordinaria, a tutte le più importanti economie occidentali.

Come evitare tutto ciò?

Secondo il Sunday Times il G20 starebbe elaborando un complicato piano, che verrà presento ed eventualmente approvato il 6 novembre 2011, composto di tre essenziali manovre:

– ricapitalizzazione delle banche europee (pari a circa 13 miliardi soltanto per le principali banche italiane)

– default pilotato della Grecia così che possa permanere senza difficoltà in zona euro

– aumento del fondo di bailout dagli attuali 440 miliardi ai futuri 3.000 miliardi di euro

LA GRECIA FUORI DALL’EURO PER SALVARE L’EUROPA

Per il Fondo Monetario Internazionale, però, tutto questo non basterebbe giacché si dovrebbe integrare ad una più efficace collaborazione tra Fondo Salva-Stati e Banca Centrale Europea.

Le due istituzioni, infatti, sarebbero le uniche, allo stato attuale delle cose, le cui decisioni e le cui prese di posizione potrebbero riuscire ad influenzare, significativamente, l’andamento dei mercati azionari europei che, dovessero venir confortanti dalla politica, potrebbe subire una decisa revisione al rialzo così da diventare il motore trainante della pilotata ripresa economica.

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