A Piazza Affari Terna conquista la poco edificante maglia nera tra i titoli quotati sul paniere azionario principale FTSE MIB, evidenziando una perdita provvisoria che sfiora il 3%
A Piazza Affari Terna conquista la poco edificante maglia nera tra i titoli quotati sul paniere azionario principale FTSE MIB, evidenziando una perdita provvisoria che sfiora il 3%. A mettere sotto pressione l’andamento del titolo in borsa è la decisione di Romano Minozzi di uscire dal capitale della società elettrica per investire nelle proprie aziende. Minozzi e le società Iris Ceramica, Castellarano Fiandre e Financiaria Ceramica Castellarano hanno deciso di liquidare il proprio investimento in Terna. A Piazza Affari le azioni Terna perdono il 2,96% a 3,408 euro.
Il titolo ha toccato finora un minimo di giornata a 3,39 euro, il livello più basso da quasi un mese. L’operazione, indirizzata ad investitori istituzionali, riguarderà ben 107,7 milioni di azioni, che corrispondono al 5,35% del capitale societario. Le condizioni definitive dell’uscita dall’investimento saranno determinate da una procedura di accelerated bookbuilding, già avviata e che potrebbe concludersi in qualsiasi momento.
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Il “sole bookrunner†dell’operazione sarà Unicredit. Romano Minozzi ha dichiarato che questo collocamento “è finalizzato a ricavare un sovrapprezzo da reinvestire†nelle sue aziende. Minozzi ha ricordato che il suo business è quello delle ceramiche e che non ci sono stati screzi con il top management di Terna, in grado di aver creato una rottura insanabile. Minozzi ha sottolineato che continua ad avere grande stima verso Fulvio Cattaneo e gli altri manager dell’azienda.
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Ancora non si sa, però, se Minozzi lascerà il consiglio di amministrazione di Terna dopo l’azzeramento della sua quota, che alla fine della seduta di borsa di ieri valeva poco meno di 380 milioni di euro. L’industriale delle ceramiche ha deciso di uscire dall’investimento in Terna, proprio mentre il titolo è sui massimi di sempre. Dall’Ipo dl 2004 ad oggi il totale return di Terna sfiora il 250%, tra performance di borsa e rendimento della cedola.