Generali Assicurazioni 6 società in lizza per le attività Usa

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Le attività di riassicurazione del gruppo Generali Assicurazioni sono state messe in vendita già da molto tempo e rientrano nell’ambito del piano di dismissione di asset non strategici

Le attività di riassicurazione del gruppo Generali Assicurazioni sono state messe in vendita già da molto tempo e rientrano nell’ambito del piano di dismissione di asset non strategici messo a punto sul finere della scorsa estate dal nuovo ceo group Mario Greco. Attualmente è in corso la due diligence dei potenziali compratori di Generali Usa Life Reassurance. L’asta competitiva è organizzata dall’advisor Citigroup. Fra un mese sono attese le prime offerte vincolanti. In lizza ci sono 6 player internazionali del settore assicurativo.

Inizialmente i pretendenti erano 12, ma poi è scattata la cernita nel corso dell’attività di due diligence contabile. In lizza ci sarebbero big americani ed europei operanti nel settore della riassicurazione. Secondo indiscrezioni di stampa i nomi dei pretendenti sarebbero Munich Re, Swiss Re, Hannover Re, Berkshire Hathaway, Bermuda Ace Group e un altro gruppo americano di cui ancora non si conosce l’identità.

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Da questa short list dovrebbe uscire il compratore delle attività americane di Generali, valutate tra 800 milioni e un miliardo di dollari. L’asset statunitense del Leone di Trieste è una buona storia di successo: comprato negli anni ’90, è diventato un riferimento importante nel mercato riassicurativo americano. Secondo gli ultimi dati disponibili, la società si piazza al secondo posto nel mercato della riassicurazione vita con un flusso di premi annuo di circa 800 milioni di dollari.

â–º GENERALI: OFFERTA DA BANK SAFRA PER BSI

Intanto, Generali continua a portare avanti anche il processo di vendita della Bsi di Lugano, valutata 2 miliardi di dollari. In lizza per la società di private banking svizzera ci sarebbe anche Industrial and Commercial Bank of China (Icbc), ovvero il maggior gruppo bancario cinese. Altre pretendenti sono la brasiliana Bank Safra e la cordata americana guidata dal fondo di private equity Apax.

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