Il dollaro rimane abbastanza debole nei confronti delle principali monete mondiali...
Questo è dato dalla cosiddetta onda lunga degli effetti della pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa, pubblicati venerdì scorso, ma che si fanno ancora sentire a tre giorni di distanza.
I dati in questione hanno mostrato un leggero aumento degli occupati nel mese di febbraio, con un tasso di disoccupazione sceso ai minimi da quasi due anni.
Tali risultati però non bastano, infatti come dichiarato da David Watt, strategist di Rbc Dominion Securities, il mercato era preparato per un dato Usa eccezionale, invece sono arrivati numeri sì buoni, ma non da perdere la testa.
Sul fronte dell’occupazione, gli investitori vedono un forte miglioramento come un requisito necessario perchè la Fed riveda la propria impostazione espansiva, mentre la Bce sarebbe già pronta ad intervenire con i primi segni di una nuova inflazione.
L’euro nel frattempo rimane supportato dalle previsioni di un atteso rialzo dei tassi europei nel mese prossimo. Durante il fine settimane le quotazioni della moneta unica europea hanno anche superato quota 1,40 dollari, per la prima volta dal novembre scorso.
Questa mattina l’euro-dollaro era a quota 1,3975, con l’euro-yen a 114,95. Il dollaro/yen invece era a 82,23.