Il titolo Telecom Italia vola in Borsa, in scia alle recenti indiscrezioni circolate a mezzo stampa, circa un possibile piano straordinario del colosso delle tlc. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, il potenziale riassetto del gruppo prevederebbe un taglio dei costi pari a 800 milioni di euro e un aumento di capitale riservato all’ingresso di un nuovo socio industriale. L’obiettivo di Telecom Italia è ridurre immediatamente le passività del gruppo ed evitare un downgrade del rating.
Secondo gli analisti finanziari del colosso bancario svizzero UBS, “i fondamentali di Telecom Italia sono semplicemente insostenibili”. Complice la situazione di incertezza e forte volatilità sui mercati finanziari, e la crisi nel settore delle telecomunicazioni, negli ultimi anni Telecom non ha saputo centrare nessun obiettivo strategico, fatta eccezione per la riduzione del debito netto, oggi a 28 miliardi.
Come sottolineano gli esperti svizzeri, l’ebitda della società è peggiorato, passando da 2,91 a 3,02 ed il cash flow operativo è stimato in flessione dell’8% nel triennio 2012-2015. Secondo gli analisti di UBS esiste una via d’uscita che, necessariamente, dovrebbe passare per un aumento di capitale di almeno 5-6 miliardi di euro. “La presenza di un investitore disposto a coprire la maggior parte dell’offerta a prezzi di mercato ridurrebbe drasticamente il rischio di price pressure sul titolo”.
Secondo fonti vicine ai fatti, in occasione del consiglio di amministrazione di Telecom in programma il 19 settembre il presidente Franco Bernabè potrebbe presentare una proposta di soluzione per il riassetto della struttura societaria del gruppo. Dalla riunione, potrebbero uscire alcuni nomi di potenziali soci, tra cui quello del magnate egiziano Naguib Sawiris precedente proprietario di Orascom/Wind che, grazie alla cessione di Wind alla russa Vimpelcom, si trova oggi in portafoglio 3,5 miliardi di euro da investire.
I mercati sembrano scommettere su un possibile ritorno di Sawiris, che già un anno fa si era detto disponibile ad entrare nel colosso tlc con aumento di capitale riservato a prezzi di mercato. Ma in partita potrebbero rientrare anche At&t ed America Moviles di Carlos Slim, eventualmente come partner di Telefonica, entrambi presenti in Brasile. L’ipotesi dovrebbe comunque passare l’esame dell’antitrust brasiliano e sarebbe ancora in fase di studio.
Per la holding Telco, (controllata da Telefonica per il 46%, da Intesa San Paolo e Mediobanca per l’11,6% e da Generali per la restante quota del 30%) che detiene il 22,6% di Telecom Italia ed è quindi formalmente l’azionista di riferimento, si tratta di un mese cruciale: il patto di sindacato di Telco consente ai quattro soci di uscire dal capitale entro marzo 2014, dandone annuncio entro fine settembre 2013. Nelle prossime settimane, i quattro soci potrebbero dunque rendere nota la propria volontà di recedere dagli accordi e convertire il pacchetto di azioni Telco in azioni Telecom, vendibili sul mercato anche separatamente. Quale sarà il destino di Telecom? Chi acquisterà l’ex colosso delle telecomunicazioni?