Secondo quanto ricordava il quotidiano MF, rimarrebbe inoltre aperta “la possibilità di un ritiro anticipato dal contratto Cip6 entro settembre di quest’anno, ma il management di Saras non ha fornito anticipazioni sulla decisione che verrà presa. Con la conversione del Decreto 69/2013 in legge (venerdì scorso) l’azienda deve affrontare, secondo gli esperti di Mediobanca Securities, una situazione “lose-lose”, in cui non ha nessuna possibilità di vincere, per quanto riguarda il futuro della sua generazione di energiaâ€.
Insomma, a ben vedere le opzioni attualmente sul tavolo sono tutte penalizzanti rispetto allo stato precedente: da una parte Saras potrebbe scegliere di rimanere nella convenzione Cip6/92 e assorbire gli effetti del Decreto del Fare (che Mediobanca stima in 60 milioni di euro in meno ogni anno sull’ebitda dal 2014); dall’altra parte la compagnia potrebbe scegliere di ritirare in anticipo il contratto Cip6/92, optando tra sei finestre di opportunità nei prossimi tre anni in cambio di un risarcimento in denaro.
Sono sempre gli analisti di Mediobanca a ricordare, in proposito, come “il 2013 è attualmente caratterizzato da un alto livello di manutenzione, alte tensioni geopolitiche e condizioni di mercato sfavorevoli nel downstream che probabilmente sono già incorporate nel prezzo del titoloâ€. Per il 2014 è comunque prevista una graduale ripresa dei margini di raffinazione, che dovrebbe permettere alla Saras di compensare (e oltre) la perdita di 43 milioni di euro di ebitda prevista per il 2013.