Gli investitori sembrano volersi concentrare su un miglioramento dei fondamentali.
Buone notizie per le Borse europee dopo il meeting domenicale tenutosi a Doha. Â I paesi produttori di petrolio non sono riusciti a raggiungere nessun accordo sul congelamento dell’offerta mondiale, ma nonostante tutto il greggio ha mostrato segnali di recupero.
Dopo il crollo di ieri in apertura dei mercati (-6%), oggi il Wti ha trattato in rialzo: al termine degli scambi in Europa, il benchmark americano era già tornato a superare quota 41 dollari al barile e il Brent oltre il livello di 44 dollari. Le Borse hanno saputo reagire bene, anche perché gli investitori sembrano volersi concentrare su un miglioramento dei fondamentali. I prezzi della materia prima, inoltre, sono stati sostenuti anche da uno sciopero nel settore petrolifero in Kuwait che solo domenica aveva più che dimezzato la produzione nella nazione.
Le Borse Ue hanno pertanto terminato la seduta in rialzo, anche grazie alla fiducia delle imprese tedesche, con Milano in progresso dello 0,49% nonostante le vendite scattate nel finale sulle banche. A farne le spese è stata Mps, finita in asta di volatilità dopo uno scivolone del 5%. Fermate anche Ubi, Banco e Bpm: pesa il fatto che la Popolare di Vicenza non sia di fatto riuscita a prezzare il suo aumento di capitale. Nel resto d’Europa, Londra guadagna lo 0,82%, Parigil’1,32% e Francoforte accelera fino al +2,27%. In evidenza Saipem dopo la firma di nuovi contratti di ingegneria e costruzioni per 430 milioni di valore.Wall Street tratta in rialzo: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones sale dello 0,3%, in linea con lo S&P500 che ha messo nel mirino i record storici dello scorso anno. Debole invece il Nasdaq, poco sotto la pari.
Con il prezzo del petrolio, ricomincia a correre anche la propensione al rischio degli investitori e, con essa, l’euro, che chiude in deciso rialzo a 1,1383 e 124,37 yen. La divisa nipponica, bene rifugio, arretra invece solo marginalmente rispetto al dollaro, attestandosi a quota 109,23. Il biglietto verde è infatti a sua volta penalizzato dai deludenti dati sul mercato immobiliare Usa. Lo spread è in lieve rialzo in area 122 punti, mentre i Btp a 10 anni rendono l’1,38%. Il Tesoro ha completato l’emissione della prima tranche di un nuovo Btp ventennale, con un rendimento lordo annuo all’emissione del 2,302% e un importo emesso per 6,5 miliardi.