L'anno era cominciato benissimo in confronto al 2013. Poi, le dichiarazioni di Draghi hanno cambiato totalmente il trend.
Sembrava fatta per ItaliaOnline e Intercos. Mancava poco alla loro quotazione, ma il ‘sentiment’ non lo ha permesso. Così, le due aziende hanno preferito fare un passo indietro, senza per questo rinunciare alla loro evoluzione sui mercati. Tuttavia, il trend appare cambiato in tutto il ‘Vecchio Continente’. Molte aziende candidate alla quotazione si ritirano. Nei primi nove mesi del 2014, le Ipo sono state 851. Un incremento del 49% in confronto allo stesso periodo del 2013. La raccolta complessiva si aggira intorno ai 190 miliardi di dollari, per un buon +94%. A livello europeo è stato fatto registrare un boom di oltre 40,3 miliardi di euro raccolti. Eppure, l’ultimo trimestre conclusosi, il terzo, è stato deludente: sono soltanto sei i miliardi di euro raccolti rispetto ai ventidue del secondo trimestre e agli undici del primo. Nel trimestre in corso, forse, andrà ancora peggio. Il ‘sentiment’ ha subito un forte mutamento. I motivi? Andrebbero ricercati nelle dichiarazioni di Mario Draghi a margine dell’ormai celebre riunione napoletana. Gli esperti sottolineano che
Sono state interpretate in maniera negativa dai mercati, che ritengono ora più lontana la possibilità che la Bce possa procedere con l’introduzione di un Quantitative easing sulla falsariga di quanto fatto sinora dalla Fed Usa. E lo scossone pare essere molto più strutturale di quello simile già vissuto dalle borse europee lo scorso luglio, quando prima Rottapharm e poi Sisal avevano ritirato le rispettive offerte. Così le due candidate matricole italiane che si sono trovate a metà del guado hanno provato ad andare avanti negli incontri con gli investitori internazionali, ma hanno dovuto poi gettare la spugna, perchè gli ordini per coprire i libri sarebbero sì arrivati, ma a prezzi a dir poco stracciati.