Simone Togni, direttore dell'Associazione nazionale energia del vento, si è detto molto preoccupato per la decisione di Roberto Calderoli..
Fino ad ora, infatti, è previsto che chi genera energia ha l’obbligo di produrne una quota da fonti rinnovabili, se non riesce a realizzare da solo l’intera percentuale dovuta deve acquistarla sul mercato tramite certificati verdi, che vende in caso di carenza di offerta e acquista se manca la domanda.
Il governo aveva deciso che questo meccanismo dovesse essere attivo fino al raggiungimento dell’obiettivo richiesto dall’Europa al 2020. La manovra anti-crisi, dunque, rischia di frenare la crescita dell’Italia sul fronte dell’energia eolica con conseguenze negative sulle aziende quotate su questo tipo di mecato.
In base ad un’analisi di Equita Sim, se la manovra dovessere essere approvata ne risentirebbero tutte le principali aziende che operano nel settore, in particolare si prevede un calo del margine operativo lordo 2010-2011 del 20-25% per Alerion, del 6-7% per Iride, del 5% per Enel Green Power, dell’1-2% per Hera e dell’1% per Edison.
Il rischio più grande, tuttavia, è che si venga a creare una pesante situazione di insolvenza: la manovra, infatti, ha effetto retroattivo e per lo sviluppo dell’energia eolica il sistema creditizio ha concesso prestiti per oltre 4 miliardi di euro.