La Grecia allontana la bancarotta e dagli Usa provengono buone news. Listini al rialzo.
Le Borse hanno vissuto una buona giornata in virtù delle notizie notizie che giungono dalla Grecia e dagli Stati Uniti.
Questa mattina, in precedenza rispetto all’apertura dei mercati, Atene ha versato i 458 milioni di euro che doveva al Fondo monetario internazionale, distanziando i paventati timori di un’imminente bancarotta.
Ieri sera, invece, sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione tenuta dalla Federal Reserve. Da questi dati emerge come a marzo i banchieri americani fossero divisi sui tempi dal via alla stretta monetaria. Se il mercato era convinto che il rialzo dei tassi fosse in agenda già a giugno, adesso pare probabile che la mossa non arrivi prima di settembre: d’altra parte la crescita degli Stati Uniti non è ancora così solida da poter procedere senza sostegno. Stando ai Fed Funds, c’è una probabilità del 4% di un aumento del costo del denaro a giugno contro il 6,2% di martedì. Per settembre la probabilità sale al 34% contro il 31,7% di martedì. L’allontanarsi del primo rialzo dei tassi Usa dal 2006 pesa sull’euro che cala a 1,076 sul dollaro.
Gli esperti commentano i numeri:
Sul fronte macroeconomico in Europa si registra l’aumento della produzione industriale tedesca a febbraio: il +0,2% su base mensile (che fa seguito al calo degli ordinativi comunicato ieri) è inferiore alle attese degli analisti, preoccupati anche dal -0,3% su base annua. Sempre a febbraio, invece, la bilancia commerciale tedesca ha registrato un surplus destagionalizzato di 19,7 miliardi, superiore alle attese degli analisti (19,4 miliardi). Le esportazioni su base mensile sono cresciute dell’1,5% mentre le importazioni dell’1,8 per cento. La Banca centrale francese, intanto, ha rialzato le sue stime sulla crescita del Pil nel primo trimestre, portandole a +0,4% su base trimestrale da +0,3%.