Brexit, Grecia e produzione industriale tedesca i 'grattacapi' dei mercati.
La Grecia preoccupa. L’Europa prova a reagire e a combattere i rischi provenienti da Atene e dalla Gran Bretagna, dove manca poco più di un mese alla probabile Brexit.
Il Governo ellenico fatica a tenere il passo dei partner. A poco è valsa la riunione dell’Eurogruppo, che si è dato appuntamento nuovamente al 24 maggio. Ci saranno, dunque, due settimane per riflettere. Intanto, i falchi Ue non sono soddisfatti degli sforzi fatti da Tsipras e i suoi e vogliono nuove misure di austerity.
Dal canto suo il primo ministro greco cerca concessioni in materia di debito per lanciare nuovi tagli. La speranza è che i cittadini possano metabolizzarli. Senza aiuti dalle banche, però, difficilmente Atene rimborserà i debiti entro le deadline prestabilite.
In questo scenario, e senza dati macro particolarmente convincenti, i mercati traballano. La Germania e la Francia soffrono dal punto di vista della produzione industriale. Poco meglio, durante l’ultimi trimestre, l’Italia.
Non a caso, Milano archivia la seduta con un rialzo pari all’1,41%, malgrado l’ennesimo crollo del Banco Popolare che preoccupa l’intero settore creditizio. Nel resto del Vecchio continente, Londra recupera lo 0,68%, Francoforte lo 0,65%, mentre Parigi cresce dello 0,36%. Bene anche Wall Street: il Dow Jones sale dell’1%, l’S&P 500 dello 0,8% e il Nasdaq dello 0,7%.  L’euro termina la sessione in moderato rialzo a 1,1392 dollari, registrando la crescente incertezza degli investitori in merito alle prossime mosse della Federal Reserve. Lo yen cala a quota 109,05 sul dollaro e 124,24 sull’euro successivamente alle dichiarazioni del ministro delle Finanze, Taro Aso, il quale ha promesso di agire a contrasto dell’eccessivo apprezzamento della divisa nipponica.