Le raccomandazioni di Borsa o rating espresse dalle principali agenzie mondiali sono estremamente dannose per i mercati finanziari...
In un’intervista rilasciata a CorrierEconomia, in particolare, Partnoy punta il dito contro i giudizi emessi da Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, sottolineando come alla luce di quelle che sono le regole attuali gli investitori istituzionali sono obbligati a dipendere dal rating di queste agenzie, anche se tante volte questo risulta completamente sbagliato.
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Il problema principale, secondo Partnoy, è che nel corso degli ultimi 20 anni il ruolo delle agenzie di rating è profondamente cambiato. Inizialmente, infatti, queste agenzie fornivano agli investitori delle mere informazioni sulle società emittenti di obbligazioni, mentre ora aiutano gli emittenti ad avere accesso ai mercati finanziari, inoltre prima erano pagate dagli investitori mentre ora vengono pagate direttamente dagli emittenti.
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Il cambiamento si è iniziato a verificare alla fine degli anni ’70, in particolare quando negli Stati Uniti le già citate agenzie di rating sono state riconosciute come Nationally recognized statistical rating organization. Da quel momento si sono via via diffuse in tutto il mondo delle nuove regole in base alle quali fondi comuni, fondi pensione e banche non possono investire in obbligazioni al di sotto di un certo rating. Grazie a queste regole, dunque, le agenzie di rating controllano di fatto i mercati finanziari, nonostante i loro giudizi si siano rivelati più volte errati.
La soluzione, secondo Parnoy, non è un’agenzia indipendente ma nuove regole in forza delle quali gli investitori istituzionali non sono più soggetti all’obbligo di basarsi sul rating espresso dalle agenzie, piuttosto dovrebbero poter scegliere di investire sulla base di una propria analisi personale realizzata sulla base di altri criteri.
Luca @ Come Investire 27 Settembre 2011 at 22:08
E’ dai tempi di Lehman Brothers che in molti pensano che le agenzie siano inutili. Poi con i recenti eventi sono pure diventate dannose generando solo ulteriore nervosismo sui mercati