
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di attuare un downgrade sul titolo dell’istituto di Piazzetta Cuccia perché convinta del fatto che esista un concreto rischio che i risultati del gruppo risentano non poco dei costi del funding, nonostante il valido supporto dei ricavi.
Secondo il broker, inoltre, a pesare sull’andamento del titolo a Piazza Affari potrebbe essere anche la crisi del debito sovrano, che rischia di danneggiare non poco l’andamento dei mercati finanziari europei e l’andamento dell’euro nei confronti delle principali valute di riferimento.
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Nonostante l’esito positivo degli stress test effettuati su 90 banche italiane e dai quali gli istituti bancari italiani sottoposti al test sono usciti indenni, gli analisti di Morgan Stanley hanno attuato un taglio anche sul prezzo obiettivo di altri titoli bancari. Per Banca Popolare di Milano il prezzo obiettivo è stato portato da 3,10 a 1,80 euro, per Banco Popolare da 2,40 a 1,50 euro e per Unicredit da 2,10 a 1,50 euro, mentre Intesa Sanpaolo resta la preferita degli analisti grazie al solido bilancio post ricapitalizzazione.
A Piazza Affari la quotazione Mediobanca cede l’1,39% a 6,04 euro, Banca Popolare di Milano perde il 3,08% a 1,479 euro, Banco Popolare il 4,10% a 1,38 euro e Intesa Sanpaolo il 3,54% a 1,527 euro.